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EMILIO NOTTE

Emilio Notte

(Italian, 1891-1982)

 

EMILIO NOTTE

Ceglie Messapica (Br) 1891 - Napoli 1982)


Nel 1907 con la famiglia si trasferisce a Prato e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove diviene allievo di Adolfo De Carolis. A Firenze stringe amicizia con Giovanni Michelucci, Attilio Cavallini, Plinio Nomellini e Galileo Chini, Bino Binazzi, Curzio Malaparte, Dino Campana e Ardengo Soffici.
Alla X Biennale di Venezia espone ben due opere Le parche e Feticismo. Nel 1913, entra nel cenacolo di  Renato Fondi e della rivista “La Tempra”.
Soffici, durante la storica serata futurista al Teatro Verdi, presenta l’artista a Boccioni, Marinetti, Carrà e Giuseppe Landsmann (Lucio Venna). Inizia a frequentare i Lacerbiani Papini, Prezzolini, Settimelli, Magnelli, Pettoruti e Aldo Palazzeschi.
La Galleria d'Arte Moderna di Roma a Firenze acquista il dipinto Le beghine ispirata alla poesia Le beghine di Aldo Palazzeschi.
Tiene una personale a Firenze nel “Lyceum” e partecipa a due edizioni della Secessione Romana, nella sala curata da Plinio Nomellini e da Galileo Chini.
Alla fine del 1914 Notte aderisce al movimento futurista, ma prende le distanze dalla retorica bellicista. Negli anni della guerra si cimenta con le tavole parolibere, pubblicando tra l'altro su “L'Italia Futurista”.
Arruolato in fanteria combatte sul Carso, dove viene ferito ed in seguito ricoverato presso l'ospedale militare di Bologna dove conosce Giorgio Morandi.
Dopo la prima guerra mondiale inizia ad interessarsi del movimento cubista e e a realizzare opere come Ragazze sul prato a Milano (1920).
Agli inizi del 1918 l’artista si trasferisce a Milano dove diviene assiduo assiduo frequentatore del salotto di Margherita Sarfatti. In questo periodo dipinge l’opera Tre soldati italiani (Museo del Novecento, Milano).
Nel 1919 tiene una mostra personale presentata da Margherita Sarfatti e inaugurata da Marinetti, esposizione poi trasferita a Roma, presso la Casa d'Arte Bragaglia.
Sempre durante il soggiorno milanese esegue numerose illustrazioni per le riviste “I Nemici d'Italia”, “Cronache d'attualità”, “Procellaria” ed  illustra varie copertine per Facchi Editore.
Nel 1920, dopo la mostra dei “Dissidenti” di Ca' Pesaro alla veneziana Galleria Geri-Boralevi dove espone con Arturo Martini, Casorati, Gino Rossi, Semeghini e Marussig, si avvicina alla poetica del gruppo Novecento con le opere Mercato e L'arrotino.
Nel 1923, Notte vince il concorso per la cattedra di Pittura, presso il Liceo Artistico di Venezia, ma nel 1924 si trasferisce a Roma dove insegnerà Figura disegnata alla Scuola Libera del Nudo dell'Accademia di Belle Arti. Nel 1929 ottiene la cattedra di Decorazione all'Accademia di Napoli.
Nonostante la continua polemica col movimento futurista nel 1932 firma il “Manifesto futurista per l'architettura di Bologna nuova”.
Nel secondo dopoguerra Notte si interessa ancora alle formule del post-cubismo e del futurismo evidenti nel dipinto Strage di Melissa (1953) dedicato all'uccisione dei contadini nelle terre occupate in Calabria.
Come per molti artisti della sua generazione il dopoguerra segna anche l’avvicinamento alle tematiche religiose. Nel 1953 esegue un grande dipinto raffigurante San Giuseppe operaio per la nuova Chiesa di Don Bosco di Roma.
Negli anni Sessanta Notte realizza una serie di dipinti “neri” e una serie ispirata alle isole Eolie dove l'artista trascorre lunghi soggiorni.
Negli anni Settanta si dedica a grandi tele in cui ancora una volta emerge la sua mai sopita passione per il futurismo e per l’espressionismo.
Muore a Napoli nel 1982Firenze del capolavoro leonardesco, trafugato dal Louvre; però si tratta del ritratto ironico di una mesta paesana, un'opera che sfida il mito leonardesco, in anticipo rispetto a Duchamp e a Dalì. Altra opera importante del periodo post-impressionista e simbolista di Notte è Il soldo, vincitore del Concorso Baruzzi, ora alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna. In questo periodo si susseguono le esposizioni e i riconoscimenti, dalla personale a Firenze nel “Lyceum”, alla partecipazione a due edizioni della Secessione Romana, nella sala curata da Plinio Nomellini e da Galileo Chini, alla vittoria del premio Ussi di Firenze, con I vecchi, attualmente a Palazzo Pitti.
Il periodo futurista a Firenze
Alla fine del 1914 Notte aderisce al movimento futurista fiorentino, ed è l'inizio di una intensa stagione di scambi intellettuali con Emilio Settimelli, Mario Carli, Mario Rivosecchi, Eva Khun e con Arnaldo Ginna (Arnaldo Ginanni Corradini), che gli sarà amico per tutta la vita e del quale eseguirà nel 1917 un ritratto futurista polimaterico, benché fra i due sussista una divergenza di concezioni estetiche (Notte è contrario all'astrattismo in pittura, tant'è che con Vènna, nel 1916, elabora un manifesto futurista anti-astrattista, per contestare l'astrattismo di Ginna, di Magnelli e di Pettoruti).
Notte, benché futurista, non ama la retorica bellicista, tant'è che dedica al tema della guerra numerosi quadri intrisi di dinamismo plastico, ma dove la figura del soldato appare in tutta la sua umanità sofferente. Tra questi spiccano Sotto le armi del 1915, Ritratto di un commilitone in divisa di artigliere (per un certo periodo erroneamente attribuito a Boccioni), La distribuzione del pane (esposto anella galleria Ca' Pesaro nel 1919) e Soldato e sentinella. Del resto, anche Boccioni, interventista e volontario in guerra, fu contrario alla retorica bellicista in arte, e lo scrisse. Contemporaneamente Notte si cimenta con le tavole parolibere, pubblicando tra l'altro su “L'Italia Futurista”[1] Natura morta = Venezia, che Paolo Buzzi, nell'articolo I giovani poeti e la guerra[2] considera fra i migliori esempi di parole in libertà. Il suo antibellicismo non lo dispensa dalla chiamata alle armi. Margherita Sarfatti, in La fiaccola accesa (pubblicato nel 1919, ma redatto nel 1916), annotava: “La giovane generazione è al campo. Difende oggi con il fucile e con il cannone la gloria che verrà […] si chiamano Carpi, Carrà, Russolo, Sironi, Notte, Funi, Oppo, Spadini, Martini e molti altri”.
Così, anche Notte sopporterà venti mesi di trincea, combattendo tra l'altro sul Carso, dove viene ferito. Ricoverato presso l'ospedale militare di Bologna, conosce e frequenta Giorgio Morandi. Tuttavia, la poetica di Notte futurista è sempre più legata all'osservazione della vita popolare. Il suo dinamismo plastico gli fornisce anzi l'ideale chiave formale per sottolineare che un mondo sta per concludersi, perché investito dal tornado della modernità, come si evince da tre suoi perduti dipinti futuristi di disastri ferroviari, molto notati dalla critica dell'epoca, e ancor più dalla serie delle piazze, luoghi di incontro e di scambio per definizione. Tra queste Piazza Battistero a Firenze, il grande pannello Piazza, attualmente alla Pinacoteca Civica di Brescia, Piazza Mercatale e La strada bianca, acquistato dal Re, alla Mostra del Soldato del 1917 e primo quadro futurista entrato nella Collezione Savoia del Quirinale. Notte futurista, come Soffici, Rosai, Conti (che affettuosamente gli dedicherà la poesia Traiettoria con giardino nel suo volume “Imbottigliature”) e altri fiorentini, non sposa l'estetica della macchina, e quando dipinge oggetti meccanici, come la locomotiva, li interpretata in chiave catastrofica e pessimista.
Così come è importante la notazione della sua tendenza a “raffreddare il futurismo nel cubismo”, annotata da Filippo de Pisis, in un articolo del 1921 su Il Momento di Roma ed evidente in opere come La carrozzella del 1915, Vento e lavandaie e Girotondo del 1916, Facchino e donna, Carretto, Sterratori, L'aratro e Popolane del 1919, Ragazze sul prato a Milano del 1920, Cacciata di casa del 1920 (esposta alla XII Biennale di Venezia); tutti soggetti umili, che richiedono un attento equilibrio, tra la rappresentazione del tempo ciclico della vita contadina e quello accelerato e instabile della civiltà meccanica che vi subentra. Non a caso questa posizione è rimarcata da Notte su “L'Italia Futurista”[3] nel manifesto futurista Fondamento Lineare Geometrico, firmato con Lucio Venna. Sempre su “L'Italia Futurista” Notte pubblica in prima pagina il disegno Piazza d'Armi – Sintesi geometrica,[4] proprio nello stesso numero dove compaiono i nomi ufficiali dei componenti del Gruppo Pittorico Futurista di Firenze: nell'ordine Baldessari, Conti, Ginna, Lega, i fratelli Vieri e Neri Nannetti, Notte, Rosai, Spina, Venna e Settimelli.
Il periodo futurista a Milano
Agli inizi del 1918 Notte si trasferisce a Milano, attratto dalla città dell'industria e del commercio, ma anche dal fatto che essa è la sede centrale del movimento. Qui è in ottimi rapporti con Marinetti, tanto che quest'ultimo, progettando il varo del periodico “Roma Futurista”, annota nei suoi taccuini il nome del pittore, in una lista di artisti ed eventi che devono comparire nei primi numeri. Notte è poi assiduo del salotto di Margherita Sarfatti, ma frequenta soprattutto Sironi, Carrà e Arturo Martini, che è con Lucio Venna a Rovenna. Conosce anche Severini e si lega d'amicizia a Russolo, e poi a Leonardo Dudreville, Funi, Bucci, Serrati, Ada Negri e ad Armando Mazza. Si scontra anche con Mussolini che, geloso della Sarfatti, sospetta in lui un rivale.[5]
Oltre a Ragazze sul prato a Milano, opere di questo periodo sono Soldato e sentinella, Mercato, Tre soldati italiani (oggi al Museo del Novecento di Milano), varie nature mostre sperimentali (notate in un articolo da Roberto Longhi), Bambina a tavola, Donne veneziane, Vecchia che mangia e Fruttivendola, queste ultime andate perdute, ma segnalate da Orio Vergani, in un articolo del 1919, e tutte esposte in quell'anno nella personale “Post-impressionista e futurista”, presentata da Margherita Sarfatti e inaugurata da Marinetti, esposizione replicata in giugno a Roma, presso la Casa d'Arte Bragaglia.
Durante il soggiorno milanese Notte moltiplica i suoi interessi, pubblica disegni sull'ebdomadario “I Nemici d'Italia” di Armando Mazza e su Cronache d'attualità di Anton Giulio Bragaglia, illustra copertine di libri per Facchi, l'editore vicino ai futuristi; poi, grazie a Marinetti, collabora assiduamente a “Roma Futurista”. A Milano frequenta soprattutto Fedele Azari, Luigi Russolo, Cantarelli, Fiozzi, Dessy, Eva Kühn, cosicché si trova inserito nel circuito dei dadaisti italiani, pubblicando disegni sulla rivista dadaista “Procellaria”. Invitato da Prampolini, partecipa all'Esposizione Futurista di Ginevra, ma su “Poesia”, diretta da Dessy, pubblica in tricromia L'arrotino, che appare come un commiato dall'avanguardia marinettiana. Nel 1920, a Milano, dall'unione con la cantante lirica Ines Dell'Armi, nasce la figlia Adriana.
Dal “ritorno all'ordine” al realismo magico

Emilio Notte, La distribuzione del pane, 1919
Il 1920 segna per Notte l'avvicinamento a Novecento, evidente già nelle opere presentate nella mostra dei “Dissidenti” di Ca' Pesaro alla veneziana Galleria Geri-Boralevi, dove espone con Arturo Martini, Casorati, Gino Rossi, Semeghini e Marussig, e ancor più nella personale alla Primaverile fiorentina del 1922, curata da Sem Benelli. Nelle opere coeve, come Mercato o L'arrotino, il futurismo si raffredda in una sintesi che richiama i moduli quattrocenteschi, ma anche il ripensamento della pittura veneziana del settecento, con la quale si confronta per alcuni anni, prima di tornare alla sperimentazione.
Nel 1923, Notte vince il concorso per la cattedra di Pittura, presso il Liceo Artistico di Venezia, e qui ha per allievi Afro e Mirko Basaldella. È l'inizio di una lunga carriera didattica, che lo condurrà nel 1924, dopo la vittoria del “Pensionato Nazionale”, a Roma, dove insegnerà Figura disegnata alla Scuola Libera del Nudo, dell'Accademia di Belle Arti: tra i suoi allievi c'è anche il giovane Scipione. A Roma Notte frequenta Arturo Martini, Marino Marini, Ercole Drei, Ferruccio Ferrazzi, Attilio Torresini, Carlo Socrate (che vive nello stesso palazzo) e il Direttore Generale delle Belle Arti Arduino Colasanti.
Assiduo del caffè Aragno e dell'ambiente di villa Strohl-Fern, Notte vi incontra Longhi, Giacomo Balla, ma soprattutto Massimo Bontempelli, che influenza le sue scelte estetiche, inducendolo a reinterpretare a modo suo le atmosfere del realismo magico, com'è evidente in Tre allieve nello Studio, del 1928 e in Lo scolaro del 1930: un'influenza già avvertibile nel vasto e complesso affresco sul tema delle arti e dei mestieri che nel 1928 egli esegue a Villa d'Este (Tivoli), o ne La fruttivendola, esposto alla Biennale di Venezia del '28.
Il trasferimento a Napoli
Notte vince nel 1929 la cattedra di Decorazione all'Accademia di Napoli, ma continua a risiedere a Roma fino alla fine del 1936. È un periodo difficile. Notte, che è sempre stato socialista, non svolge attività politiche evidenti; ma le sue opere degli anni Trenta si caricano di allusioni ironiche, che intendono minare la retorica di regime e i suoi valori. E poi egli all'Accademia di Napoli acquisisce un grande ascendente sugli allievi e diventa l'unico punto di riferimento in un panorama artistico arretrato.
Nelle opere di quegli anni Notte esplora la dimensione psicologica dei personaggi, da quelli celebri come Salvatore Quasimodo, del quale esegue il ritratto (oggi nella Collezione della Banca d'Italia) ai familiari (per esempio La famiglia, Il vestito della sposa, In giardino, esposto alla Biennale di Venezia del 1928) a quelli ancora una volta umili, popolari, come Soldati che giocano alla morra, presentato alla I Quadriennale di Roma e attualmente nel patrimonio della Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra. E poi si segnala in questo periodo il suo lavoro introspettivo sull'esercizio dell'insegnamento, dunque sul significato della cultura, della storia, delle innovazioni. Sono tributi al valore intrinseco della trasmissione e dell'accrescimento dei saperi, delle esperienze, che costituiscono un atto di resistenza a qualunque disciplina omologante. Infatti, l'applicazione davanti al cavalletto si traduce in scene che fissano i gesti di una liturgia più vasta, più profonda delle intenzioni degli individui che vi partecipano.
Per questi motivi nell'Accademia di Belle Arti di Napoli la presenza di Notte è mal tollerata dal corpo docente. Anche perché nell'imperante morellismo di maniera che vi domina la sua didattica diffonde il vento delle avanguardie italiane ed europee. Se pure in polemica col movimento marinettiano, egli non ha mai tagliato del tutto i ponti con l'ambiente futurista, tant'è che nel 1932 firma il “Manifesto futurista per l'architettura di Bologna nuova”. Però a Napoli il corpo docente reagisce con veemenza, relegando il pittore “futurista” in un pesante isolamento, ostilità che fomenterà vari attacchi sulla stampa. Intanto, fin dalle opere presentate alla Biennale di Venezia del 1936 e alla II e III Quadriennale di Roma Notte inizia a confrontarsi con il fascino di Renoir, ma filtrando la lezione del maestro francese in un cromatismo più scarno ed essenziale, dove il piacere di esplorare la materia pittorica è trattenuto, per dare risalto alla severità dei soggetti, come nel dipinto Autoritratto con allievi presentato al Secondo Premio Bergamo del 1942 o come nelle trenta opere esposte nella sua sala personale alla Biennale di Venezia dello stesso anno.
Un rigore che mitiga e talvolta spegne la sensualità cromatica delle atmosfere impressioniste e che meglio si adatta ai soggetti nottiani, spesso ironici nei titoli. Ad esempio, Carnevale, che è una scena dolente, benché dedicata alla festività dello scherzo e dell'eccesso. Un rigore che sfiora la solennità, come nel grande affresco antiretorico dedicato al mito di Enea secondo Virgilio, che l'artista esegue nel 1938 a Napoli, nel Salone d'Onore del Palazzo degli Uffici della Triennale delle Terre d'Oltremare e del Lavoro d'Italia. Durante l'occupazione tedesca Notte rischia più volte la vita organizzando rifornimenti di armi e di munizioni per i gruppi partigiani, ma torna sul tema della guerra anche da artista, per esempio nella serie di disegni eseguiti durante i bombardamenti aerei che a Napoli si susseguono dal 1941 al 1944.
La Galleria dell'Accademia di belle arti di Napoli possiede queste opere di Emilio Notte. Ritratto di Costanza Lorenzetti, 1891, olio su tela, 55x67,5cm, Comunicanda, 1941, olio su tela, 99x124 cm e Composizione, 1958, olio su tela, 101,5x126 cm.[6]


Esposizioni:
1906
Mostra Celentano
 
Primaverile d'Arte a Napoli
1907
Famiglia Artistica Pistoiese
1908
Primaverile Fiorentina
1910
VII Biennale di Venezia
1912
VIII Biennale di Venezia
 
Promotrice Fiorentina, Firenze
1913
I Mostra del Bianco e Nero, Pistoia
1914
Premio Ussi, Firenze
 
Concorso Baruzzi, Bologna
 
"E. Notte", Liceum, Firenze
 
Partecipa a: "Secessione di Roma"
1915
"E. Notte", Palazzo delle esposizioni, Firenze
1916
X Biennale di Venezia
1917
Mostra del Soldato, Roma
1918
XI Biennale di Venezia
1919
Galleria Ramate di Milano
 
Esposizione Nazionale Futurista di Palazzo del Cova, Milano
 
Emilio Notte, Galleria Ballerini, Milano
 
Emilio Notte, Galleria Bragaglia, Roma
1920
XII Biennale di Venezia
 
Internazionale di Ginevra
 
Mostra dei Dissidenti, Galleria Pesaro, Milano
1921
I Biennale di Roma
1922
Primaverile Fiorentina a Firenze (mostra personale)
 
XIII Biennale di Venezia ( sala personale )
 
Emilio Notte, Galleria Boralevi, Venezia
1923
II Biennale di Roma
 
XXIII Mostra di Ca' Pesaro
 
II Mostra Primaverile di Fiamma, Napoli
1924
XIV Biennale di Venezia
1926
XV Biennale di Venezia
1927
Collettiva Ca' Pesaro
1928
XVI Biennale di Venezia
 
Collettiva Ca' Pesaro
1929
Collettiva Ca' Pesaro
1930
XVII Biennale di Venezia
 
Concorso Baruzzi, Bologna
 
II Mostra del Sindacato fascista di Belle Arti Campano
 
I Mostra d'arte sacra, Napoli
1931
I Quadriennale di Roma
1932
XVIII Biennale di Venezia
 
III Sindacale Laziale
 
III Sindacale di Napoli
1933
I Mostra del Sindacato Toscano, Firenze
1934
XIX Biennale di Venezia
1935
II Quadriennale di Roma
 
Mostra sindacale del disegno, Roma
1936
Emilio Notte, Galleria Forni, Napoli
 
XX Biennale di Venezia
 
VI Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista, Roma
 
VII Sindacale Interprovinciale di Napoli
 
Premio Savoia Bramante
1937
II Mostra Sindacale Nazionale, Napoli
1938
XXI Biennale di Venezia
 
IX Sindacale Interprovinciale di Napoli
1939
III Quadriennale di Roma
 
Premio Savoia Bramante
1940
X Sindacale Interprovinciale di Napoli
1941
XI Sindacale Interprovinciale di Napoli
 
III Mostra del Sindacato Nazionale Belle Arti, Milano
1942
XXIII Biennale di Venezia (sala personale con 30 opere )
1943
Mostra di 7 artisti napoletani della Confederazione fascista di professionisti ed artisti, Roma
1946
Mostra «Fondo per un Museo», Museo Filangieri, Napoli
1948
XXIV Biennale di Venezia
 
V Quadriennale di Roma
 
Rassegna nazionale arti figurative  Natura morta, Autoritratto, Abbandono
1949
Premio Michetti
1950
Emilio Notte, Galleria S. Orsola, Napoli
1951
VI Quadriennale di Roma
1952
Pittori Pugliesi residenti fuori delle Puglie, Galleria Taras, Taranto
 
Mostra del Bicentenario dell'Accademia di Napoli
 
IV Mostra nazionale del fiorino, Firenze
1953
Mostra sociale del Bianco e Nero, Promotrice S. Rosa, Napoli
 
Mostra dell'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia, Roma
 
III Mostra Nazionale “ Maggio di Bari”
1954
I pittori napoletani per gli alluvionati del Salernitano, Circolo della Stampa, Napoli
1955
Mostra Internazionale dell'Arte Contemporanea, Palazzo delle Esposizioni, Roma
 
VII Quadriennale di Roma
 
VII Premio nazionale Golfo di La Spezia
 
"E. Notte" Galleria Sciortino, Roma
 
Collettiva, Galleria del Vantaggio, Roma
1957
Pittori del Novecento Italiano, Promotrice S. Rosa, Napoli
 
Premio Villa San Giovanni
 
VII Mostra Maggio di Bari
 
XIX Premio Golfo di La Spezia
 
IV Mostra Nazionale di pittura, Frattamaggiore Napoli
1958
XII Premio Michetti
 
IX Mostra del Fiorino, Firenze
 
VIII Maggio di Bari
 
XI Premio Avezzano
1959
VIII Quadriennale di Roma
 
Promotrice Belle Arti, Torino
1960
X Maggio di Bari
 
XIV Premio Michetti
 
"E. Notte", Galleria San Carlo, Napoli
 
I Mostra Internazionale d'arte "Selezione Capri", Palazzo Cerio, Capri
1961
Mostra di Pittura Napoletana Contemporanea, Olivetti di Pozzuoli
 
Collettiva, Galleria, S. Carlo, Napoli
 
"Dopo Boccioni. Dipinti e documenti futuristi dal '15 al '19" Galleria La Medusa, Roma
 
XV Premio Michetti
 
Mostra del Centenario della Promotrice Salvator Rosa
 
III Mostra Nazionale di Pittura ed Incisione, città di Lucca
1962
Emilio Notte, Galleria Mediterranea, Napoli
 
XIII Premio del Fiorino, Firenze
1963
Maestri della Pittura Napoletana Contemporanea, Galleria d’arte Spinetti, Firenze
 
Maestri della pittura napoletana contemporanea, Galleria Narciso , Torino
 
Maestri della pittura italiana della prima generazione artistica del XX Secolo, Galleria del Tornese, Milano
 
Premio Marsala, 1° classificato
 
Emilio Notte, Galleria Mediterranea, Napoli ( presentazione a cura di Raffaello Causa)
 
Emilio Notte, Galleria Sedile, Lecce
1964
Emilio Notte, Galleria Mediterranea, Napoli
1965
I tre dell’Accademia: Brancaccio, Ciardo, Notte, Galleria Mediterranea, Napoli
 
IX Quadriennale di Roma
1966
Pittori napoletani contemporanei, Galleria Giosi, Roma
 
Rassegna documenti del Futurismo, Milano
1967
Emilio Notte, Galleria Mediterranea, Napoli
 
I Mostra Nazionale d’Arte Sacra e paesaggio, Nola
 
Arte Moderna in Italia 1915 - 1935 a Palazzo Strozzi, Firenze, (curata da C. L Raggianti)
 
Pittura Napoletana, La Lucerna, Napoli
1968
Premio A. Portolano, Napoli
1969
Rassegna del Mezzogiorno di Napoli
 
Cantatore, Lilloni, Mattioli, Notte, Sassu, Accademia di S. Luca, Palazzo Carpegna, Roma
 
Notte, Striccoli, Verdecchia, Galleria Mediterranea, Napoli
1970
Emilio Notte, Europeo Centro d’Arte, Lacco Ameno, Napoli
 
Emilio Notte, Galleria Mediterranea, Napoli (presentata da Raffaello Causa)
 
Emilio Notte, Galleria Turchetto, Napoli
 
Premio Pontano, Napoli
 
Emilio Notte, Galleria Schettini, Napoli
1971
10 maestri della scuola napoletana contemporanea, Galleria Diarcon, Milano
 
Mostra antologica, Galleria Mediterranea, Napoli
 
"E. Notte", Galleria Turchetto, Napoli
 
Napoli '25 - '33, a cura di Lea Vergine, Galleria Il Centro, Napoli
1973
E. Notte, Galleria Colonna, Roma
1974
Rassegna Antologica Ente premi Roma Palazzo Barberini, Roma
 
Giovanni Brancaccio, Emilio Notte, Carlo Striccoli, Galleria Mediterranea, Napoli
 
Emilio Notte, Galleria Lauro, Napoli
 
La Grafica di Emilio Notte, Centro Artistico La Lucerna, Napoli
 
L'arte nei secoli, Centro d'Arte il Messaggio, Napoli
 
Ottiene il Premio De Curtis
1975
Collettiva di pittori contemporanei, Centro d’Arte Serio, Napoli
 
Collettiva, Centro artistico Modiglioni, Napoli
 
Collettiva, Galleria d’Arte San Giorgio, Napoli
 
Mostra di Pittori dell’Ottocento e Contemporanei, Galleria Mediterranea, Napoli>
1976
Emilio Notte, Galleria Il Quadrifoglio, Napoli
 
Campania Proposta Uno, Galleria Vanvitelli, Napoli
1977
Donazione E. Notte, Galleria comunale, Ceglie Messapica
 
E. Notte y el Futurismo Italiano, Centro de arte euro-americano, Caracas
 
Rassegna cultura e società nell'Emilia Romagna, Mosca
1983
Linea Figurativa Napoletana, Galleria L’Isola, Milano
1984
Futurismo a Firenze 1910 - 1920, Palazzo Medici Riccardi, Firenze
1991
Emilio Notte, Mostra commemorativa nel centenario della nascita, Galleria Serio, Napoli
 
E. Notte, Oltre l'avventura del futurismo, Galleria Narciso, Torino
 
Fuori dall'ombra. Nuove tendenze dell'arte a Napoli dal 45 al 65, Castel Sant'Elmo, Napoli
1992
Emilio Notte: da Ceglie all’orizzonte europeo, Galleria Civica, Lecce
1995
Emilio Notte, opere dal 1945 al 1970, La Mediterranea Arte, Napoli
1999
Emilio Notte, Galleria l'Immagine, Napoli
2000
Arte a Napoli dal1920 al 1945, gli anni difficili, Napoli, Maschio Angioino, Villa Pignatelli
2004
Protagonisti del primo Novecento, La Mediterranea arte, Napoli
2005
La Natura morta dal 1940 ai giorni nostri, La Mediterranea Arte, Napoli
2012
E. Notte, Accademia Belle Arti, Napoli